Non
sono che il corpo
sulla
tela che hai dipinto,
d'un
colore stinto,
non
tenue,
un
segno che si perde.
Paura,
eh? D'ali rapaci e becco avido,
ma
più che piume non trovi. E arruffate,
dalle
sfumature sgraziate,
per
nulla soffici e arrendevoli
nel
groviglio che pizzica.
Da
altezze spudorate
su
onde chiassose,
tenuto
sveglio dalla fame
ho
teso la mano,
ma
sono annegato.
Sono
migrante,
sono
Africa,
sono
un luogo
che
non lascia traccia
altra
che pena e sangue
e
desiderio
che
la marea cancella.
Sono
Sud,
sono
terra pestata,
terra
divorata,
terra
depredata
da
sciacalli e iene
e
uomini
che
m'han lasciato sfatto.
In
balìa.
Non
volevo arrivare primo,
volevo
soltanto arrivare,
toccare
con mano, stringere nel pugno
questa
sabbia lontana.
E
condividerla.
© G.M. Schmitt
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