domenica 31 agosto 2014

Graffito #16

Tutti urlano nella tua agenda,
tutti tranne me.
Ti assordino pure, allora,
io sarò il silenzio.

© 2014 G.M. Schmitt

sabato 30 agosto 2014

Credevo

Credevo di distillare
liquori inebrianti,
di smuovere maree
nel tuo microcosmo,
che un albero crescesse,
io credevo,
sotto le cui fronde
fondere le nostre attese,
all'ombra d'una cetra
lieta d'essere appesa
– risonante e appesa.

Credevo d'esser poeta,
credevo,
ma se l'amore è poesia,
lo sono, allora,

– sommo.

© 2014 G.M. Schmitt

venerdì 29 agosto 2014

Cercami negli spazi

Cercami negli spazi dove vivo
tra una parola e l'altra,
tra questa dolce o amara
e quella che l'ha preceduta.

Cercami tra le onde e il gommone,
nel dubbio e nella speranza,
tra il vento e la foglia,

tra le lenzuola e una schiena purulenta.

© 2014 G.M. Schmitt

giovedì 28 agosto 2014

Labirinto

Nel labirinto tuo
fatto di porte e di viali
che danno su altre porte
che s'aprono su altri viali
m'imbatto in silenzi
e scanso segreti,
odo ciò che dovrei ignorare
e annaspo tra i fumi di un'assenza.

Ho smesso di chiedermi
dove sono e dove sarò,
ho smesso di studiare
una strada che mi porti all'uscita:

ho smesso di non credere
che non posso perdermi
e non ritrovare più avanti
ciò che mi ha spinto qui dentro.

Per poi uscire dall'alto

stringendolo a me.

© 2014 G.M. Schmitt

mercoledì 27 agosto 2014

Sognatori

In fila alla cassa davanti a me
m'ha rivolto nobili rughe
e ha detto “stavo sognando”.
Mentre il commesso passava merce allo scanner
la fila dietro di me aumentava
un bimbo frignava in fondo a una corsia
un altro faceva la gimcana tra gli scaffali
una mamma chiamava un nome che ce n'è mille
io ponevo il divisore tra i miei acquisti e gli altrui
il nastro scorreva lento e implacabile
e tra un mucchio di roba e l'altro
si leggevano gusti e facoltà
ma nulla si fermava abbastanza a lungo
da dartene la certezza
e tutto quel cibo e tutti quei prodotti
sembravano affrettarsi verso il mondo di fuori
e altre mura e altri scaffali
e il nastro continuava a muoversi
lento ma implacabile e l'anziana
già imbustava e pagava il suo salmone
scontato perché in scadenza
e una bottiglia di vino
per celebrare chissà che cosa
e ormai il commesso alternava lo sguardo
tra me e la mia cena
quando replicai “sognavo anch'io”
giustapponendo il mio sogno al suo
e seguendola con lo sguardo
mentre spingeva il carrello

verso la sua auto.

© 2014 G.M. Schmitt

Journey Through the Past #6


martedì 26 agosto 2014

Il rifiuto del viaggio

Il rifiuto del viaggio
e della condivisione
lo spazio negato
la vista celata
la luce sotto il vaso
il seme sotto il letto
il forziere senza chiave:

mi cingono d'assedio l'anima,
ma conosco bene la strada
per le segrete del sogno,

fortezza inespugnabile.

© 2014 G.M. Schmitt

lunedì 25 agosto 2014

Ti capisco

Non ha più forza
lacerato dai tuoi graffi
lordato dai tuoi sputi
calpestato dal tuo scherno
stinto dalla tua arroganza
consunto dai tuoi tradimenti.

Non ha più forza
questo mio amore
che si ergeva eccelso
sicuro trionfante
e adesso non è che una macchia
che di tanto in tanto controlli.

Devi nasconderla

e ti capisco.

© 2014 G.M. Schmitt

domenica 24 agosto 2014

La vita, quest'uomo

La vita, quest'uomo,
non l'ha ancora capita.

L'ha pensata, osservata, immaginata,
doppia, viceversa, multidimensionale,
non l'ha mai vista uguale e poi l'ha vista

come una lunga pista di decollo
sulla quale indugia un bel velivolo
senza rombo e chissà un motore
destinato a nessun dove o forse la meta è a sorpresa
visto che mani amorevoli l'hanno curato,
alimentato, allestito, ammodernato.

Ma forse nessuno sa
se mai decollerà.

Forse lo si spera.
Forse lo spero.
Forse persino Dio lo spera.

La pista sembra infinita,
ma potrebbe esserlo?
A un certo punto ci si abitua
a tutto ciò ch'è già stato scritto.
E si perde di vista
un futuro
tra le righe.

Arriverà prima il muro

o il cielo?

© 2014 G.M. Schmitt

sabato 23 agosto 2014

Lui

Lui mi avrebbe aiutato,
avremmo vinto insieme
o magari, visto l'andazzo,
avremmo creduto di averlo fatto
oppure non ci avremmo pensato più.

E lui sarebbe tornato
alle sue faccende
e io a cercarne di mie.

Poi, di tanto in tanto,
ci saremmo imbattuti di nuovo,
il figlio nel padre o viceversa
e dopo la benedizione del suo bacio
mi avrebbe chiesto di salutarti.
È appena successo:
mi ha chiesto di porgerti i suoi saluti.

Lui ha sempre saputo.
Lui non ha taciuto.

Lui s'è inginocchiato.

© 2014 G.M. Schmitt

venerdì 22 agosto 2014

Fango

Mi sentivo perduto,
m'ha attratto il fango,
c'ho sguazzato dentro.

La colpa s'è abbattuta come grandine,
il perdono come scrosci d'acqua sorgiva.

Ora risalgo la corrente

per stringermi a te.

© 2014 G.M. Schmitt

giovedì 21 agosto 2014

Funzionava

Una volta funzionava:
andare in posta,
fare la spesa,
sbrigare le incombenze,
passare l'aspirapolvere,
chinarsi per raccogliere
quel ciuffo di polvere,
rimettermi dritto e notare
il brutto opaco sul vetro
a custodia del tuo ritratto
e allora spruzzare qualcosa
e con la carta da cucina
passare e ripassare
e poi spruzzare di nuovo,
un altro foglio di carta assorbente
il vetro infine lindo
ma tu cupa, ancora cupa.

Tolgo il vetro sfavillante,
poi ti tolgo dal supporto
e niente, sei ancora cupa:

splendi altrove?

© 2014 G.M. Schmitt

mercoledì 20 agosto 2014

Per un soffio

Oggi se mi ascolti
non distogliere le orecchie:
ti amo, ti amo,
da un abisso ti chiamo
e ti strapperei a lassù

se non ti amassi davvero.

© 2014 G.M. Schmitt

martedì 19 agosto 2014

Una processione di betoniere

Una processione di betoniere
ferma davanti a un cantiere
mi fa pensare a quel che accadrebbe
se sui miei pensieri, questa mia febbre,
scendesse di cemento una colata.

Resterebbero integri e interroganti
al riparo di una grotta inattesa

o verrebbero chiusi e frantumati
da pareti e muri e tramezzi
incapaci ormai d'allearsi in concetti

o ancora l'inghiottirebbe il nulla
e confusi con tenebre solide e mute
senza più piedi né guizzi né leve
inabili ai gemiti, orfani e sterili?

Ho ritrovato il cantiere chiuso e silente,
di betoniere e operai né tracce né niente
eppure il palazzo è ancor lì da finire
l'armatura cattedrale che invoca un avvenire

e i miei pensieri grati e in divenire.

© 2014 G.M. Schmitt

lunedì 18 agosto 2014

Un posacenere di carta

Un posacenere di carta
un bicchiere di spugna
un piatto di feltro
su un tavolo di ferro filato
e un pavimento di carta velina
e pareti di cellophane
e finestre di polietilene a bolle

e il crollo di tutto
opportuno corollario
se la realtà è instabile.

Ma crollerà anche
il tuo cuore

quand'è di pietra.

© 2014 G.M. Schmitt

domenica 17 agosto 2014

Pullula

Il mondo è così pieno di altrove
che trovi un delitto
tramar qui le tue meraviglie.

Prendi la barca e vai se l'onda
asseconda la tua caparbia e sana
e insana voglia di nuovi mondi.

Ce n'erano a profusione nel mio cuore e appresso.
Col passare delle ore, la cena muta, i ricordi negati,
l'affacciarsi dell'orrore e una finestra aperta
su ciò che non vedo... cedo al torpore.

E il risveglio è un letto sfatto

che avevo creduto meraviglia.

© 2014 G.M. Schmitt

sabato 16 agosto 2014

Cieli

L'abbandono, Signore,
perché le mie mani
non sanno trattenerla.
Sapevano amarla senza cedimenti,
le mie mani, questo sì!
E condurla a un cielo...

L'abbandono, Signore,
perché la mia anima
non sa trattenerla.
Sapeva soffiar via i pensieri bui,
la mia anima, questo sì!
E condurla a un altro cielo...

L'abbandono, Signore,
perché le mie orecchie
non sanno trattenerla.
Sapevano raccogliere ogni sospiro
per ridarle respiro, questo sì!
E condurla a un nuovo cielo...

L'abbandono, Signore,
perché i miei occhi
non sanno trattenerla.
Sapevano indurre azzurri incanti
nella selva dei suoi, questo sì!
E condurla al prossimo cielo...

L'abbandono, Signore,
perché le mie braccia
non sanno trattenerla.
Sapevano sorreggerla, però,
in abbracci immensi, questo sì!
E condurla al seguente cielo...

L'abbandono, Signore,
perché la mia lingua
non sa trattenerla.
Sapeva tacere e poi saettare
per illuminarla, questo sì!
E condurla a un cielo più su...

L'abbandono, Signore?
Perché il mio cuore non sa
come trattenerla?
Sapevo farlo, un tempo, sì?

Ho ceduto alla terra il mio ultimo seme.

© 2014 G.M. Schmitt

venerdì 15 agosto 2014

Graffito #15

Giorno

Scosto le tende
come spizzicavo le carte

e c'è! Un nuovo giorno.

© 2014 G.M. Schmitt

giovedì 14 agosto 2014

Onde

1.
C'è una baia nel mare ch'immagino
dove le onde si infrangono
e non tornano più al mare.

2.
Altrove, al di là dei miei sogni,
le onde si fondono
e il mare non le divide più.

3.
Se vuoi sognare il mare
scrutalo al tramonto sino alla fine,
sino all'ultimo raggio che affonda

nella nostra onda.

© 2014 G.M. Schmitt

mercoledì 13 agosto 2014

Canicola

Mentre le zanzare fanno la staffetta sul mio corpo
e questo caldo pare una febbre che il sudore non dilegua
e la stanza una fornace la finestra il suo sportello
e non vedo angeli al mio fianco ma continuo a cercarli
finché la vista diventa un inutile orpello in questo vapore
che sale dalla terra che ribolle e io salto e vorrei danzare
e gridare di gioia e invece saltello imprecando per non scottarmi
ma alla fine cedo e cedo e cedo e ammetto impotente

che altro non c'è se non che ardo per te.

© 2014 G.M. Schmitt

martedì 12 agosto 2014

L'altro

Piangiamo i nostri morti
perché non possiamo piangere
la nostra morte,
il nostro trucido,
vano egoismo.

Crediamo di celebrare la vita
versando oboli senza passione
perché al di qua
non ci turbino
crisi di coscienza.

Navighiamo credendo il mare
libero e tutto nostro
ma poi cozziamo:
menti stupefatte

dell'esistenza dell'altro.

© 2014 G.M. Schmitt

lunedì 11 agosto 2014

Il cielo

Non abbiate paura dei segni del cielo,
perché di essi avranno paura le nazioni” – Gesù

Ecco. Esco dalla porta guardingo.
Poi guardo il cielo e mi ci smarrisco.
Ma ci capisco poco e presto mi annoio
colpevole, lo so, ma che vuoi farci –
e fisso lo sguardo di nuovo in terra.
Una pozzanghera mi porge
il suo lurido arcobaleno.

Mi ci beo. È bellezza.

© 2014 G.M. Schmitt

domenica 10 agosto 2014

Abitudini

Smettiamo un'abitudine
ne prendiamo un'altra
lasciamo anche quella
eccone una nuova

ma continuiamo a non vedere
a non soffocare con chi ha inalato gas
a non disperarci con chi è sotto le macerie
a non delirare con chi è su un letto di morte

cambiamo abitudini
sappiamo farlo spesso
ma quando avremo occhi per vedere

non avremo più bocca per dire

© 2014 G.M. Schmitt

La bilancia

La bilancia l'abbiam gettata
fuori della finestra e lì
su quel terreno incolto
nessuno che la prenda
ce la riporterà mai.

Non possiamo più pesar parole
ma sgraziate o soavi che siano
donarcele o buttarcele addosso
o lasciarle cadere.

Non più l'anima non più il corpo
a dirci quanto abbiamo perso

e quanto abbiamo guadagnato.

© 2014 G.M. Schmitt

sabato 9 agosto 2014

Ritornello

Oggi la mia canzone
ha solo un ritornello
che mugugno a bocca chiusa.

L'incipit mi ha dato buca,
la strofa se l'è presa il fringuello,
il ponte non l'han mai progettato.

Eppure canto

anzi mugugno un ritornello
che fa ti amo e tant'altre cose
stipate nel cuore d'una canzone

che oggi serba solo
ciò che voglio.
E di te e di me banchetto.

Pregustando l'orchestra.


E un'ouverture.

© 2014 G.M. Schmitt

Chiatte

Ieri non ha ereditato
l'entusiasmo dell'altro ieri
e di ieri quest'oggi tace.

Chiatte di sensazioni spedisco al largo

ben distinte tra l'oro e la feccia.

© 2014 G.M. Schmitt

Graffito #14

Dev'esserci stata
una moria d'api
quest'anno:
il tuo miele non mi è giunto.

© 2014 G.M. Schmitt

Assedio

Il pensiero del viaggio
e quello della condivisione
m'hanno cinto d'assedio

e poco resta
e forse presto nulla
di quel che c'era

ma mi cingo di sogno,

fortezza inespugnabile.

© 2014 G.M. Schmitt

venerdì 8 agosto 2014

Mi basta

Se c'è una stella
se s'ode un tuono
se c'è una nuvola
se diluvia
se c'è un sole
se i mari si gonfiano
se c'è luce o tenebre
se c'è lei
oltre questo soffitto
io non lo so.

Tra l'altro ho gli occhi chiusi.

Mi basta sapere
che c'è Dio.

Fossi anche
non orizzontale
non con gli occhi chiusi
ma morto.
Saprei ancora

quest'unica luce.

© 2014 G.M. Schmitt

giovedì 7 agosto 2014

Ali

Ali leggere mi condurrebbero da te
anche in questo istante
e tu ne saresti lieta,
ma non le piume e le ossa
di gallina che s'è scambiata
per un porco e si è voltolata
nel fango che invece era
pece pronta lì per asfaltare
una strada
senza neanche pensare,
non un solo attimo,
che la strada non serviva.

La pioggia e il vento, forse,
restituiranno candore e lievità

ad ali provate.

© 2014 G.M. Schmitt

mercoledì 6 agosto 2014

Fiori di zagara

Vivere soli è nostalgia
dell'eden mai stato
dell'orto mai coltivato
dell'arancia
mai sbucciata
per l'altro.

Dell'arancia
mai sbucciata.


Dell'arancia.

© 2014 G.M. Schmitt