giovedì 11 dicembre 2014

Trasparenza

Una efemera
dalle ali diafane
su fiori di campo
che non coglierò.

Non te li porterò.

Non potrai metterli in un vaso.

Non potrai osservarli morire.

L'efemera vibra ancora
con le sue ali diafane
sui fiori di campo

che continui a bramare.

© G.M. Schmitt

domenica 30 novembre 2014

“Voglio dormire”

Si insinua,
          non è serpente.
Si insinua,
          tra un impegno
          e un'amica.
Si insinua,
          tra stanchezza
          e desiderio.

(Quando io sono lì
e mi beo di umori,
sai che mi insinuo,
ma non è questo:
ti abbraccerei
a un emisfero
di distanza)

Si insinua,
          tra i figli adorati
          e la resa dei conti.
Si insinua,
          tra i daffare
          e le certezze.
Si insinua,
          tra la piscina
          e gli aperitivi.

(E se io nuoto
in te fa poi così specie?
Nuoto e tu
sei lago e fiume
e mare e vita e
io ti adoro)

Si insinua
          e tira peti
          e devi tapparti il naso.
Si insinua
          e vorrebbe dire,
          ma sa solo tossire.
Si insinua
          e coglie castagne
          e te le porge fiero.
Si insinua
          e ti colora il viso
          e ti ricopia il sorriso.

(E quando sale,
sale, sale e
anche tu sali e
sali e sali
e i miei occhi sono lampadine
e il tuo volto
è luce)

Si insinua
          tra lenzuola da cambiare
          e frutti appena colti.
Si insinua
          e non è serpente,
          non è finto,
          non è artefatto.

È amore, mi pare,
anzi lo so per certo,
          e si insinua.

          Lo so.

Tra il tuo rifugio
e il tuo desiderio,
         si insinua.


(Amami!)

© G.M. Schmitt

sabato 29 novembre 2014

Sai che lo so fare

Ascolto
e sai che lo so fare.
Ma se l'ascolto
fosse un ricordo
del ricordo
di un ascolto?

Ricordo, forse,
ma ascolto.

Adesso.


© G.M. Schmitt

venerdì 28 novembre 2014

Viverti

Volevo urlare,
ma è uscito silenzio.

Ho conficcato il pugnale
nel suolo, s'è spezzata la lama.

Non riesco a immaginarti,
posso soltanto viverti.

Ho spiegato le ali
per spiccare il volo.
Mi sono scontrato
con la gabbia.

Ho preso la rincorsa
per spiccare il balzo.
C'era una parete
tra me e la quiete.

Non riesco a immaginarti,
posso soltanto viverti.


Ti sei voltata, poi.
E allora ho volato.
E allora ho saltato.


E allora ho urlato.
E allora ho trafitto

questo suolo acre.

Non riesco a immaginarti,

sempre vorrò viverti.

© G.M. Schmitt

giovedì 27 novembre 2014

Mi somiglia

La ricchezza ha un'altra faccia,
lo so,
ma la mia non mi dispiace
affatto
quando ti guarda
con tutto quello
che ho.

Non mi manca nulla
e tutto ho da donare.

Ma allora è vero:
la ricchezza
mi somiglia abbastanza.

© G.M. Schmitt

Il posto

Non c'è posto
sulla sedia
accanto alla mia.

Il bimbo che mi sorride
e prega e spera
e con gli occhi rapisce
non ha un posto in cui sedere
accanto alla mia sedia.

La donna vestita di stracci
che mendica e mi mente
e con gli occhi m'implora
non trova posto sulla sedia
accanto alla mia sedia.

Il profugo spossato e reietto
che mi tende la mano
e con gli occhi mi prega
non sa dove sedersi
accanto alla mia sedia.

Il bullo sfatto e strafatto
che sbadiglia e teme
e con gli occhi si tradisce
non ha mai avuto un posto
accanto alla mia sedia.

Ma sono io
tutto questo
e sempre lo sarò.


E la mia sedia è ampia.

© G.M. Schmitt

mercoledì 26 novembre 2014

Questi tempi

I giardini comunali,
il salario giapponese,
il bisticcio per un capriccio

e la colpa sedimentata.

L'aereo che parte da Agno,
la nave che parte da Napoli,
il treno che parte da Chiasso

e il rancore tenuto a bada.

Ruth che spigola il grano,
Davide che nascerà per Betsabea,
Salomone e la regina di Saba

e il rimpianto che aleggia.

Voli d'angelo sulle città,
voli mirati sulle nazioni,
voli distratti sui continenti

e la rovina che non s'arresta.

Un terremoto, un'inondazione,
un diluvio (eppure, l'arcobaleno!),
un crollo, morte su morte

e la morte che non riposa.

E l'onda s'infrange,
si spezza,
si frammenta,

si dimena ancora,
come un gallo
ghigliottinato.

Si infrange.


Il mare c'è ancora?

© G.M. Schmitt

martedì 25 novembre 2014

Noi no

Non muoia l'idea, magari.
Non muoia il muro
a ridosso del quale
appoggi i tuoi sogni.

Il resto passa,
lasciando in pista
le coppie a danzare
al suono del nulla.


Ma noi no.

© G.M. Schmitt

lunedì 24 novembre 2014

Ho visto un cane sulla scena del crimine

Il cane se ne fotte.

Non oso andare oltre,
ma tra morti ammazzati
e stragi e carneficine
e breaking news quel cane


se la godeva al sole.

© G.M. Schmitt

domenica 23 novembre 2014

Tu, io e Trane

Ti pare che strida
la nota adesso?

Non stride, Amore, urla.

Urla di giorni e di notti
che sono distanza.

Più di chilometri e nazioni
che sono richiamo.

Urla, Amore,
questa nota,
questi giorni.

Queste anime, Amore,
urlano.

Poi, però, tutto si placa,

(prima o poi)                Ritorna
Tu ritorni.                     Delicato.
Io ritorno.                     Sinuoso.
Olé.                              Olé.

© G.M. Schmitt


sabato 22 novembre 2014

Salite a bordo

Salite a bordo”, disse il capitano.
Io non salii.
È l'unica via di salvezza”, proseguì.
Salirono tutti.
Restai a terra. La nave partì.
Non accadde nulla.
Ritornarono dopo un po',
spossati e affranti.
Anch'io ero spossato,
ma non affranto.

Passò del tempo.
Salite a bordo”, ridisse il capitano.
Io non salii.
Salirono tutti.
Restai a terra. La nave partì.
Questa volta la catastrofe ci fu.
Io sopravvissi. Soltanto io.
C'ero soltanto io.

Ritornarono gli altri
dopo un po'.
Spossati e affranti.
E sopravvissuti.

Salii sulla nave.

© G.M. Schmitt

venerdì 21 novembre 2014

Chissà che cosa fai

Chissà che cosa fai.
Chissà se come me
pensi a te.
O se invece pensi a me.

Chissà che cosa fai.
Chissà se tra un silenzio e l'altro
avresti voglia di parlare.
O se preferisci tacere.

Chissà che cosa fai.
Chissà se immersa
nelle tue molteplici incombenze
odi un richiamo, nitido e chiaro.
O se il frastuono te lo nega.

Chissà che cosa.
Chissà fino a quando.

Chissà fino a dove.

© G.M. Schmitt

giovedì 20 novembre 2014

Scacchi

Serve a poco dirti t'amo
se non mi senti nell'anima.

Serve a poco dirmi m'ami
se non ti sento nell'anima.

Non siamo rivali, no,
non stiamo giocando a scacchi,
ma la scacchiera tutta
ci appartiene.

Una sola regina,
un solo re,
una sola anima.

Uno.

Sul bianco e sul nero.

© G.M. Schmitt

mercoledì 19 novembre 2014

Sarò l'ascolto

Non sarò il tuo faro
né la stella polare
o la voce che ti guida.

Non sarò un bastone
né una pastoia
stretta ai tuoi piedi.

Non sarò la musica
né il flauto
che conduce al dirupo.

Non sarò il cavallo
né Gulliver
che per esso rinunciò all'uomo.

Non sarò il lupo
né il cacciatore.
Non l'ululato. Non il grido.

Sarò l'ascolto.

Sarò l'ascolto e la sua scia
ché tu sappia da dove vieni,
ché tu sappia che non sei sola,

non un istante del tuo futuro.

© G.M. Schmitt

martedì 18 novembre 2014

Una vita

Il caldo non è invecchiato,
te ne sei accorta.
Non lo farà nemmeno il freddo,
te ne stai accorgendo.

Però è una sola
e non si ferma
la vita tua
e la vita mia.

Il denaro giunge e svanisce,
lo sai bene tu,
e non averne abbastanza
non serve a modellare
il sogno che vorremmo.

Perché è una sola
e non si ferma
la vita tua
e la vita mia.

E se le nuvole cascassero?
Te ne accorgeresti?
Ma sì! Non temo.
E poi tra i fiocchi
la luna verrà.

È una sola
non si ferma
la vita

nostra.

© G.M. Schmitt

lunedì 17 novembre 2014

Li sento

Non per un minuto,
un'ora,
un giorno.
Non per una settimana,
un mese,
un anno.

Non per il futuro
che ci è destinato,
ma per sempre.

Non conto
i giorni
che ci separano.

Li sento.
Ti bramo.

Ci attendo.

© G.M. Schmitt

Paolo Conte, Dorado Schmitt e Daniele Finzi Pasca

A volte trasparente
(come ingenua fanciulla)
(come amante fiduciosa)

Altre avvolta in lamiere
(come coltre impenetrabile)
(come spuma di una scia)

E quel che amo
lo vedo
e non lo vedo

ma sempre lo sento
e sempre
l'amo
(come prima di un incontro)
(come dopo l'estasi).


Mai assente.

© G.M. Schmitt

domenica 16 novembre 2014

Ultime voci dalla bastia

Resisto, i mezzi sono i miei
(e amo, il miracolo è il tuo)
ai venti della superbia,
ai flussi dell'arroganza,
ai marosi dell'angoscia,
alla sassaiola dell'inganno,
alla tempesta dell'osceno,
alla valanga dell'odio.

Resisto, e assaporo il mio
(e il tuo, amore che tutto permea)
quando il vento si placa,
i flussi recedono,
i marosi si chetano,
la sassaiola cessa,
la tempesta si dilegua,
la valanga frena.

E allora scorgo il mare
oltre la bastia.
Mi volto a cercarti

e trovo le tue mani.

© G.M. Schmitt

sabato 15 novembre 2014

L'enormità dell'onda

Sussurriamo e danziamo
giù, sotto, ben nascosti
dall'enormità dell'onda.

Perché non risplendiamo insieme?

Giochiamo a mosca cieca
e così, gioviali, aggiriamo
l'enormità dell'onda.

Perché non risplendiamo?

Volteggiamo al gira, gira, girotondo
e al bel castello che scompare
nell'enormità dell'onda.

Perché non risplendiamo?

Audaci non siamo, o forse troppo
quando le carezze negano il giorno
e abbracciano l'enormità dell'onda.

Perché non risplendiamo?


Sapremmo farlo.

© G.M. Schmitt


Come una parola amara

Come una parola amara
incisa su questa battigia.

Come i granelli di sabbia
che l'hanno composta,
rapiti dall'onda.

Come un tuffo e un ritorno
e le gocce salmastre,
solitudini si infrangono.

Che onda,
battigia
e granelli di sabbia
non conoscono.

Come i capelli nostri

che si incontrano.

© G.M. Schmitt

venerdì 14 novembre 2014

In cucina

Se lo vorrai
sarò l'olio
per i tuoi massaggi,
sarò il caffè
al tuo risveglio,
sarò il vino
per il tuo giubilo.

Se lo vorrai
sarò il coltello
per la tua verità,
sarò la forchetta
alla tua mensa,
sarò il cucchiaio
per il tuo dessert.

Se lo vorrai
sarò il mestolo
per la tua minestra,
sarò il vassoio
dei tuoi ricordi,
sarò il lavabo
per le tue stille.

Se lo vorrai
sarò la finestra
sul tuo giardino,
sarò il tavolo
a cui accostarti,
sarò la sedia
per accoglierti.

Se lo vorrai
sarò il pane
nella tua dispensa,
sarò la spezia
nelle tue giornate,
sarò gli ortaggi
per la tua pelle.

Se lo vorrai
sarò la brezza
nella tua quiete,
sarò la pioggia
che bussa sul vetro,
sarò il gesto
che ti invita al riposo.

Se lo vorrai
sarò io a piangere per te
ogni volta che ti andrà
di tagliar cipolle

per un piatto da gourmet.

© G.M. Schmitt

giovedì 13 novembre 2014

(Come quando) sono dentro di te

Come quando sono dentro di te.

La luce ch'è tanta ma non abbaglia,
la nostalgia che copre ogni distanza,
i passi al ritmo d'una melodia sospesa.

Come quando sono dentro di te.

L'infinito d'un amore votato a non morire,
i viaggi sempre insieme anche se sei lontana,
luna e marosi che nulla possono sul nostro mare.

Come quando sono dentro di te.

La nuova dimensione ch'è come casa,
la vetta che adombra il più ardito pensiero,
il volo sul mare costellato d'abbracci.

Come quando
siamo dentro
di noi.

E poi l'alba che si affanna
e il giorno pure al suo seguito
e la sera, però, il quadro è completo.

Come quando

sono dentro di te.

© G.M. Schmitt