sabato 15 agosto 2015

Costruzione

Inutile montare ancora impalcature,
vane le pause per recuperare le forze:
si deve già smontare tutto
prima d'essere arrivati a tetto,
prima d'intravedere qualcosa
dell'edificio che sarebbe stato.
Non c'è nemmeno chi mi debba qualcosa,
era solo per diletto e amore del bello,
in vista di ciò che avrei ammirato.
Ma si smonta già,
giù i tubi Innocenti
e le tavole e gli attrezzi,
si torna a casa, quella di sempre.

Forse pensava
che volessi erigere una torre
come a Babele.
Come rido al pensiero,
quando tutto ciò che volevo
in alto
era una mansarda,
solo sfiorata dalla luce.


© G.M. Schmitt

venerdì 14 agosto 2015

Volevo ricordarmi di te

non già ch'io non ti ricordi
di continuo, a volte più spesso,
a volte ci sei.
Ma questa volta volevo
che mi seguisse il tuo sguardo
mentre ramingo vago tra le righe
e di tanto in tanto mi fermo
e alzo la testa
e aspiro il fumo
e magari anche
lascio la sedia
e percorro la stanza
con la musica che va
e i tuoi pensieri
sono macchie di luce
che non devo decifrare,
mi basta che sian tuoi.
Mi basta sapere che il tuo dono
non mi abbandona mai,
dovunque tu sia,
con chiunque tu sia
e qualunque gioia tu viva,
vivila forte:
io la ricordo così.

Ricordo che cercavamo insieme
il sole che scappava
e quando lo acchiappavamo
ce ne facevamo dono a vicenda.
Ecco.
Volevo soltanto ricordarmi di te
e del sole e regalartene
un altro po' del mio.
Ma tu dimmi
che la tua gioia c'è ancora
e che la vivi forte,
come forte fu il nostro attimo.


© G.M. Schmitt

giovedì 13 agosto 2015

Un generico abbandono

Un generico abbandono
dalla testa di un corteo
agli afrori di un'alcova.

© G.M. Schmitt


mercoledì 12 agosto 2015

Io e te sino all'ultimo

Purtroppo ti ho creduto
e ho consegnato alla devastazione
lunghi e preziosi anni.
Sia ben chiaro che non rimpiango
nulla dei momenti eccelsi,
sebbene col senno di adesso
n'avrei fatto volentieri a meno.
Ma men che meno ti rinfaccio
checchessia: sino all'ultimo
siamo stati sempre io e te.
Però un po' di stupore permane,
se non altro alle orecchie,
per il modo in cui hai chiuso la porta.

Certo ero abituato
alla tua carenza di chiarezza,
mi pareva solo importante
che definissi in qualche modo
tale cessazione di un'intesa,
comunque tu la intendessi

e che io speravo civile.

© G.M. Schmitt

martedì 11 agosto 2015

La tua stella

Non andartene
se non hai sonno,
fallo quando
la tua stella è caduta dal cielo
e non c'è più un prima né un dopo
ma nemmeno un nulla.
Quando scorgi la tua stella tentennare,
dimmelo,


sarò lì a esprimerlo anch'io.

© G.M. Schmitt

lunedì 10 agosto 2015

Costellazioni

Ti ammiro per aver voluto
seguire un corso
per riconoscere le costellazioni
mentre io se mi va bene scorgo
appena un grande carro
e se mi va più che bene
riconosco un piccolo orso.

Mi dici che nemmeno tu
sei poi riuscita
a sbrogliare la matassa
però non demordi
(e nemmeno io).

Ma il cielo stellato
ha estasiato entrambi
stanotte

senza ingannarci.

© G.M. Schmitt

domenica 9 agosto 2015

Sono nato in questa vita per venirti a cercare?

Sono nato in questa vita per venirti a cercare?
Non sarà che hai sbagliato stella,
ché la mia voleva soltanto spegnersi
paga di luce e calore e riflesso?

Ma ammesso che fossi proprio io, dimmi,
chi dovrei cercare? Perché non ti conosco
e di sforzi ne ho fatti, mi sono informato
e mi han detto tutto e il contrario di tutto
eppure da qualche parte ti ho visto, ti ho già visto.

Ma con te che cosa ci dovrei fare? Meditarti?
Esaltarti? Lodarti? Qualcuno lo dice,
altri dicono il contrario, ma io
non capisco né gli uni né quegli altri.

Qui vorrei almeno ricordare, ma c'è
un suono stridulo che me lo impedisce,
dolore e strazio non l'avevo quand'ero
stella e la mia luce è poca adesso
e quando cammino in mezzo agli altri
non riconosco che un barlume
dello splendore che emanavamo.

Facciamo una cosa? Non ti chiederò spiegazioni,
non più, né ti pregherò ancora,
ti ho già detto quel che volevo.
E non rimboccarmi le coperte,
non te l'ho chiesto,
per favore, no.

Splendi pure per me, lo vedo,
ma perché hai dovuto spegnerci?
No, scusa, hai ragione tu:
niente domande, qui si accetta tutto.

Ma mi lascerai sognare?
Includerò anche te, promesso.
Solo, veglia su di me mentre sogno.
La luce sei tu.


© G.M. Schmitt

sabato 8 agosto 2015

Un sogno che nessuno mi potrà rubare

di stringerti la mano
perché ti crei un pensiero,
ma senza farti male
e guardarti fisso negli occhi
e immaginare che sia attivo bluetooth
ma senza che tu mi dia del matto

di accostare i miei piedi a tuoi
e sentire il calore che passa
senza che per questo ci sia fuoco

di allontanarmi con te
dove ci son soltanto lupi,
tanti e in branchi,
senza che ci facciano paura


© G.M. Schmitt