Non cantavi così, allora;
eri piuttosto stonata, invece,
ma io ti tenevo stretta
e curavo il tuo canto come un fiore
che avrei visto esplodere d’incanto.
Adessi sei lì, infine,
sotto i riflettori
e canti per altri;
non canti per me,
ma canti d’incanto.
Forse verrò ancora a sentirti,
senza far più caso a chi sorridi,
ma cercando l’incanto
che ha mosso i miei piedi.
Non è una vecchia voce fra tante, la
tua,
ma quella che seppe elevare l’incanto.
Incantevole persino la nota che mi
risparmiasti.
© G.M. Schmitt