L'antisemitismo si
manifesta in modi diversi: nell'indulgenza beffarda e schizzinosa
come negli stermini dei pogrom.
Diverse sono le sue
ipostasi: l'antisemitismo può essere ideologico, interiore, latente,
storico, quotidiano, fisiologico. Diverse le sue forme: individuale,
sociale, di Stato.
L'antisemitismo lo trovi
al mercato e alle riunioni della presidenza dell'Accademia delle
Scienze, in fondo al cuore di un vecchio o fra bambini che giocano in
cortile. È passato indenne dall'epoca del fuoco, della navigazione a
vela e dei telai a mano a quella dei motori a reazione, dei reattori
nucleari e dei calcolatori elettronici.
L'antisemitismo non è
mai lo scopo, è sempre e soltanto il mezzo, la misura di
contraddizioni senza via d'uscita.
L'antisemitismo è lo
specchio dei difetti del singolo, della società civile e del sistema
statale. Dimmi di che cosa accusi gli ebrei, e ti dirò quali colpe
hai.
[...]
Attribuendo a un
fantomatico ebraismo mondiale componenti razziste, velleità di
potere e un'indifferenza cosmopolita verso la patria germanica, il
nazionalsocialismo ha vestito gli ebrei dei propri tratti specifici.
Ma è, questa, solo una delle tante facce dell'antisemitismo.
L'antisemitismo è
l'espressione della mediocrità, dell'incapacità di vincere in uno
scontro ad armi pari: nella scienza, nel commercio, nell'artigianato
e nella pittura. L'antisemitismo è la misura della mediocrità
umana. Nelle macchinazioni dell'ebraismo mondiale gli Stati cercano
una spiegazione ai propri fallimenti. Ma è, anche questa, soltanto
un'altra faccia dell'antisemitismo.
L'antisemitismo è
l'espressione dell'ignoranza delle masse che non sanno trovare una
ragione a disgrazie e patimenti. E allora è fra gli ebrei, e non
nello Stato o nella società, che gli ingnavi vedono la ragione delle
proprie sventure. Ma anche l'antisemitismo di massa è solo una
faccia.
L'antisemitismo è la
misura dei pregiudizi religiosi che covano nei bassifondi della
società. Ma è pure questa, solo una delle sue facce.
[...]
L'antisemitismo è un
fenomeno a sé stante nell'elenco delle persecuzioni di cui sono
vittima le minoranze etniche. Ed è particolare perché particolare è
anche la storia degli ebrei.
Come l'ombra ci dà
un'idea del profilo di un uomo, così l'antisemitismo ci parla del
destino storico e del cammino percorso dagli ebrei. La storia
dell'ebraismo si intreccia e si confonde con molte questioni
politiche e religiose mondiali. È, questo, il primo tratto specifico
della minoranza ebraica. Ci sono ebrei in quasi tutti i paesi del
mondo. Una diffusione tanto capillare in entrambi gli emisferi
terrestri è il secondo tratto distintivo degli ebrei.
Fu col fiorire del
capitale commerciale che comparvero i mercanti e gli usurai ebrei. E
fu con l'industrializzazione che molti ebrei si fecero un nome in
ambito tecnologico e industriale. Oggi, nell'era atomica, numerosi
ebrei di talento lavorano nell'ambito della fisica nucleare.
In epoca di rivoluzioni,
non sono mancati ebrei nemmeno tra i rivoluzionari di spicco. Gli
ebrei sono una minoranza che non resta confinata alla periferia
sociale e geografica, ma cerca di distinguersi lungo la strada
maestra, là dove prosperano il pensiero e l'azionw. Ed è il terzo
tratto sepcifico della minoranza ebraica.
La minoranza ebraica in
parte si assimila, si diluisce nella popolazione autoctona, ma la
base – ampia, popolare – mantiene i propri tratti nazionali nella
lingua, nella religione, nelle forme del quotidiano. L'antisemitismo
si è dato come regola di imputare agli ebrei assimilati segrete mire
nazionaliste e religiose, e ad artigiani e manovali – il corpo
dell'ebraismo – la responsabilità per l'operato di rivoluzionari,
capitani d'industria, inventori di reattori atomici, direttori di
banche e società per azioni.
Le caratteristiche
elencate possono presentarsi nell'una o nell'altra minoranza, ma solo
gli ebrei sembramno riunirle tutte quante.
L'antisemitismo è il
riflesso di tali caratteristiche, ed è in stretta connessione con le
grandi questioni della politica, dell'economia, dell'ideologia e
della religione mondiali. È questo il suo tratto più nefasto. E la
fiamma dei suoi roghi ha rischiarato le epoche più tremende della
storia.
Quando il Rinascimento
fece irruzione nel deserto del Medioevo cattolico, il mondo delle
tenebre accese i roghi dell'Inquisizione. Quel fuoco, tuttavia, non
rischiarò soltanto le forze del male, ma anche lo spettacolo della
loro fine.
Nel XX secolo il vecchio
nazionalismo ormai allo stremo di Stati fisiologicamente arretrati e
in declino ha acceso i roghi di Auschwitz e i crematori di Lublino e
Treblinka. Ma dopo aver rischiarato il breve trionfo nazista, la loro
fiamma ne ha annunciato al mondo la fine imminente. Epoche storiche,
governi di Stati reazionari e in declino e singoli individui in cerca
di un rimedio ai fallimenti della propria esistenza ricorrono
all'antisemitismo prima che il loro ineliuttabile destino si compia.
In due millenni si sono
mai visti casi in cui siano stati la libertà e l'amore per l'uomo a
impiegare l'antisemitismo quale strumento della propria battaglia? A
me non risulta.
L'antisemitismo del
quotidiano è un antisemitismo non cruento. È la prova che al mondo
esistono idioti, invidiosi e falliti.
Nei paesi democratici può
insorgere un antisemitismo di natura sociale, che si manifesta negli
organi di stampa appartenenti a gruppi reazionari, nell'operato di
quegli stessi gruppi (per esempio nel boicottaggio della manodopera o
delle mercanzie ebraiche) e in un sitema religioso o ideologico
reazionario.
Nei paesi totalitari,
dove la società civile non esiste, può svilupparsi solo un
antisemitismo di Stato.
L'antisemitismo di Stato
è la prova che lo Stato si serve di idioti, reazionari e falliti,
che sfrutta l'ignoranza dei superstiziosi e il rancore di chi ha
fame. Al suo primo stadio un tale antisemitismo è discriminatorio:
lo Stato permette agli ebrei di vivere solo in determinati luoghi e
di svolgere determinate professioni, vieta loro di occupare posizioni
di rilievo, di frequentare le università, di ottenere titoli
accademici e via dicendo.
Dopo di che passa allo
sterminio.
In epoche in cui le forze
reazionarie di tutto il mondo si scontrano – a loro fatale
detrimento – con le forze della libertà, l'antisemitismo si fa
ideologia di Stato e di partito. Così è successo nel XX secolo,
l'èra del nazismo.
Vasilij Grossman, da
“Vita e destino”
© 2008 Adelphi Edizioni
S.p.a. Milano