giovedì 31 luglio 2014

Distratto

Distratto
dal fragore delle onde
dall'urlo del vento
dal frastuono del mondo
dall'ululare dei lupi
dal gallo nella notte
dal brusio delle voci
dal ronzio dei minimi
dallo stormire delle foglie
dal respiro della risacca

dal
sussurro
della
coscienza

ho quasi scordato il suono

– che ben si accorda con la mia vita –

della carezza che spazza via
ogni timore e preoccupazione
dalla tua fronte e dalla mia.

© 2014 G.M. Schmitt

Il mio cuore si ferma qui

Non ti seguo
su e giù per le scale
eppure ho lo stesso
le gambe stanche
dal rincorrerti.

Il mio cuore si ferma qui.

L'amore ce la fa ancora,
ma non ce la fa più il cuore.

Quello sì, potrebbe sforzarsi
e continuare a farcela all'infinito
sentendone solo la leggerezza.

Ma il cuore è stanco,
ha adocchiato una panchina,
libera e sfiorata dal sole.
È un po' umida di stille,

ma basterà un giornale.

© 2014 G.M. Schmitt

Non ho paura

Non ho paura adesso
di non arrivare in tempo.
Procederò a ritmo lento
verso l'aria più pura.

Non ho fretta adesso
di riassaporare l'abbraccio,
ma pregusto la fine del viaggio
verso la più ambita vetta.

Non ho bisogno adesso
d'indugiare su un fotogramma:
scorgo già la nuova landa

e pulsa vita più del sogno.

© 2014 G.M. Schmitt

Graffito #13

Ho seguito il tuo sguardo
e mi ha spinto giù:
precipitando

ho imparato le ali.

© 2014 G.M. Schmitt

mercoledì 30 luglio 2014

Leggera

La piuma che hai visto posarsi
fuori della tua finestra

accoglila dentro,
riscaldala al tuo fuoco.

Ti sarà di conforto

mentre ti curi le ali.

© 2014 G.M. Schmitt

Ti lascio il mio amore

Mi allontano in punta di piedi
verso il silenzio
ma ti lascio il mio amore.

A te il frastuono evanescente
di amori abbozzati
ma il mio, inviolabile,

te l'ho lasciato nel cuore.

© 2014 G.M. Schmitt

Come un'onda senza mare né spiaggia

Per piacere... un po' meno d'amore e un po' più di civiltà”
Kurt Vonnegut

Cos'è quest'odio che intercorre con l'amore?
Un cammino senza orme,
sandali senza un sentiero.

E l'ira che assedia la mia gentilezza?
La sinfonia d'un sordo,
il dipinto di un cieco.

E la pietra che spodesta carne e sangue?
Una montagna senza spuntoni,
un agnello in casa del lupo.

Prima di saperlo
non voglio saperlo.
Un fiocco di nuvole incombe
sull'uccello spaurito
che ha appena lasciato il nido:
volge il becco verso l'alto
e osa volare sul serio.
Le sovrasta.

Non si vede più.

© 2014 G.M. Schmitt

In silenzio, attendo

Proteso sul ruscello
un ginocchio al suolo,
un piede pronto a balzar su –
in silenzio attendo
la coppa delle mani intenta
a frenare l'arsura –
e osservo l'acqua scorrere
l'udito allenato
attento a ogni sussurro –
e la mia immagine stabile
irripetibile come
il liquido fluire –.

In silenzio,
attendo
la nuova fioritura
del giardino

che mi è stato affidato.

© 2014 G.M. Schmitt

martedì 29 luglio 2014

Luce

Non hai spento la luce,
non hai chiuso la porta,
hai lasciato al vento
le noiose incombenze:

la lampada ha oscillato,
la porta è sbattuta.

La luce ha taciuto.

© 2014 G.M. Schmitt 

Ipotetica

Se per un istante potessi
donarti i miei occhi
sapresti come ti vedo.
E se potessi pure
donarti le mie orecchie
sapresti come ti ascolto.
E se potessi darti i miei piedi
sapresti dove li poso
per correrti incontro.
Se potessi donarti le mie mani
per il tempo che occorre
a colmare la distanza
sapresti quel che provo
quando ti accarezzo.
Se potessi per un momento
cambiare la tua pelle con la mia
sapresti l'estasi di cui vivo
al contatto con la tua.
Se potessi donarti il mio corpo
tutto mentre t'amo
sapresti i brividi ineffabili
che lo percorrono nell'abbraccio.
Se potessi darti la mia mente
sapresti in ogni istante
di quell'istante
che sei l'essere più eccelso
su questa terra e oltre.

Dovresti però affrettarti
ad apprezzare il dono
prima che tutto io mi riprenda:
non potrei vivere senza.

Ma se il cuore mio
potessi strapparmi
per farlo tuo
non lo riavrei mai più:
sapresti quanto t'amo

e non potresti vivere senza.

© 2014 G.M. Schmitt

Parole

Ho pensato che avrei dovuto avere parole,
parole di cui non pentirmi mai
e che sarebbero state tue per tutta la vita
e magari oltre.

Ho cercato e cercato e se tanto mi dà tanto
quelle parole le avrei già trovate.

Avevo parole d'amore
vere come lo scalpello
che violò il marmo della Pietà.

Ne avevo di leggere
come quelle che scrissero
la rotta della prima mongolfiera.

Ne avevo, ne avevo...
Come avevo i gesti e le circostanze
e le immagini e i suoni, quelli giusti,
sempre e solo quelli giusti.


Rimuginavo qualcosa
mentre ti vedevo scivolare,
sebbene mi accarezzassi una gamba
e mi sfiorassi le labbra con le tue,
rimuginavo e rimuginavo.

Quando vidi i fari della tua auto
farsi nulla in lontananza
quelle parole furono tutto.

E adesso eccomi,
te le porgo qui,
come scheletro senza più carne né pelle,
ma solo amore
che peso non ha
se non glielo vedi addosso:

E no, non posso
invitarti a danzare,

non lo so fare.

© 2014 G.M. Schmitt

domenica 27 luglio 2014

Non fisso lo sguardo

Non fisso lo sguardo
su viltà e menzogne
e affondi e ferite e tradimenti.
Il mio sguardo è sulla luce
che mi fa risplendere.

© 2014 G.M. Schmitt


lunedì 14 luglio 2014

I miei occhi

Se morissi all'improvviso direbbero vabbè
non aveva figli, meno male!
non aveva moglie, meno male!

Lei diceva ti amo
prima che i miei occhi
diventassero lampadine
e poi lo ripeteva
prima che i miei occhi
diventassero sepolcri,
adesso non so che dica
prima che i miei occhi

diventino improvvisi.

© 2014 G.M. Schmitt

Festa tua

Proclamavi ti amo
e baciavi, me
come fosse l'ultimo bacio
che avresti mai dato.
Ma il bacio è invasivo
e non sei innamorata
eppure tra le gambe tue
– amate –
qualcosa mi bacia.
Declamavi beata
le virtù della lentezza
e con me ti univi
auspicando lì fuori il finimondo.
Ma il sesso altruista
maschio non è ed è l'uomo che vuoi
eppure tra le braccia tue
– adorate –
qualcosa mi blocca da te.

Ad avercelo un tipo così”, dici tu,
che t'accompagna e sempre attende
a ogni mia lungaggine”,
sempre sorridente e ardente.
Ma non va bene ch'io aspetti
senza nervi né pretese
perché l'uomo vero, e già,
ti sgriderebbe muoviti, andiamo via.

Non è stata una giornata perfetta?

Peccato,
avremmo potuto ancora amarci.
Ma sono un uomo e un uomo,
lo so da me,
anche se non lo credi,
anche se non lo vedi,
anche se non lo saprai,

finisce che t'ama troppo e muore.

© G.M. Schmitt

Preghiera

Lascia ch'io sia almeno il lebbroso
che non tornerà a ringraziarti
guarito –.
Giammai il ricco epulone
che non cesserà di implorarti
invano –.

© 2014 G.M. Schmitt


Il mio cuore

Il mio cuore lacero
io l'ho rammendato
o perlomeno ci ho provato.
Cucito uno strappo
ricucito un altro
applicato una toppa
legato un brandello
e tagliato tanto
tanto tanto tanto
danno irrimediabile.
Quel che resiste
ora mi sta stretto, pare.

Ma tu ci sei tutta
e quel che trabocca
son solo screzi accolti

quand'era troppo grande e vano.

© 2014 G.M. Schmitt

Se un cuore potesse

Se un cuore potesse
stringere sé stesso
stringerei il mio cuore
adesso
al petto del suo petto
e non farmi, gli direi,
tristezza, ma procuriamoci
una forbice e tagliamo,
tagliamo tutti questi fili
che ci ingombrano i battiti,
un t'amo di là, un t'odio di qua
e nel frammezzo un fosse stato
e un fosse mai stato e un forse sarà
e uno speriamo che non sarà mai.
Procuriamoci una lima
e limiamo lo spuntone
che potrebbe offenderci l'arteria,
lo scalino che ci impedisce di salire.

Ma mi fai ancor tristezza,
cuore mio amato
ed il sonno non basta
a farci ritrovare il giusto ritmo:
sia allora d'un cuore puro
il silenzio di un'attesa quieta

la nostra benedizione.

© 2014 G.M. Schmitt

sabato 12 luglio 2014

Domani

Se non sarò io a cingerti
ancora
lo farà il vento.

E io me ne starò quieto
ancora.
Sfiorato dalla brezza.

© 2014 G.M. Schmitt