Ho
pensato che avrei dovuto avere parole,
parole
di cui non pentirmi mai
e
che sarebbero state tue per tutta la vita
e
magari oltre.
Ho
cercato e cercato e se tanto mi dà tanto
quelle
parole le avrei già trovate.
Avevo
parole d'amore
vere
come lo scalpello
che
violò il marmo della Pietà.
Ne
avevo di leggere
come
quelle che scrissero
la
rotta della prima mongolfiera.
Ne
avevo, ne avevo...
Come
avevo i gesti e le circostanze
e
le immagini e i suoni, quelli giusti,
sempre
e solo quelli giusti.
–
Rimuginavo
qualcosa
mentre
ti vedevo scivolare,
sebbene
mi accarezzassi una gamba
e
mi sfiorassi le labbra con le tue,
rimuginavo
e rimuginavo.
Quando
vidi i fari della tua auto
farsi
nulla in lontananza
quelle
parole furono tutto.
E
adesso eccomi,
te
le porgo qui,
come
scheletro senza più carne né pelle,
ma
solo amore
che
peso non ha
se
non glielo vedi addosso:
E
no, non posso
invitarti
a danzare,
non
lo so fare.
© 2014 G.M. Schmitt
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