martedì 29 luglio 2014

Parole

Ho pensato che avrei dovuto avere parole,
parole di cui non pentirmi mai
e che sarebbero state tue per tutta la vita
e magari oltre.

Ho cercato e cercato e se tanto mi dà tanto
quelle parole le avrei già trovate.

Avevo parole d'amore
vere come lo scalpello
che violò il marmo della Pietà.

Ne avevo di leggere
come quelle che scrissero
la rotta della prima mongolfiera.

Ne avevo, ne avevo...
Come avevo i gesti e le circostanze
e le immagini e i suoni, quelli giusti,
sempre e solo quelli giusti.


Rimuginavo qualcosa
mentre ti vedevo scivolare,
sebbene mi accarezzassi una gamba
e mi sfiorassi le labbra con le tue,
rimuginavo e rimuginavo.

Quando vidi i fari della tua auto
farsi nulla in lontananza
quelle parole furono tutto.

E adesso eccomi,
te le porgo qui,
come scheletro senza più carne né pelle,
ma solo amore
che peso non ha
se non glielo vedi addosso:

E no, non posso
invitarti a danzare,

non lo so fare.

© 2014 G.M. Schmitt

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