venerdì 13 ottobre 2017

Che cosa ne faremo di queste gote?

Che cosa ne faremo
di queste gote
su cui le lacrime non durano?

In un attimo son rosse
e si vede tutto
non puoi celare niente.

È come un fuoco che divampa
su cui il pianto evapora
e la tua pena resta dentro
ma come in vetrina.

La vetrina forse
d'un restauratore di libri
che adesso non c'è
forse sta riposando
forse è stato rapito
forse insegue una pagina
che in un libro mancava.

C'è un telefono che squilla
che squilla a vuoto
nello stabile accanto
mi turba, mi inquieta
mi sta facendo a pezzi
il cervello e l'anima.

Chi dovrebbe rispondere non lo fa
forse dorme profondamente
forse non c'è, è andato via
forse l'hanno rapito
forse insegue il sogno
fuggito all'udir del trillo.

Forse né l'uno né l'altro
tornerà per me
forse nemmeno i tuoi pensieri
forse nemmeno l'incendio
delle gote tue.

Forse la vetrina sparirà
però c'è stata
quanto e come c'è stata
così bella e seducente
così ricca e ammiccante
così audace e così austera.

Il telefono ha smesso infine
di darmi il tormento
ma un po' m'arrabbia
la sua immatura rinuncia.

Scompaiono i volumi
e gli strumenti dell'artigiano
dietro una serranda
che si abbassa
senza ripensamenti.

Allora era lì
allora qualcuno ha risposto
allora le tue gote
sono di nuovo chiare
e chiedono.

No,
tutto questo non c'era,
ma le tue gote sì.

Che cosa ne faremo
di queste tue gote
ritornate rosee?


© G.M. Schmitt