lunedì 7 dicembre 2015

Assenza

Con queste mani segnate dal gelo
seguo un filo impregnato di lacrime

dalla vita che si è spenta nel sonno
al sogno con cui si accarezzava la vita
al giardino che ha intriso di gemme
allo strazio per chi amava davvero
agli stagni su cui creava ninfee
al sorriso con cui ha dato la luce
allo stelo più verde e alla rosa più rossa
al vagito d'una culla amata.

Di questo filo non giungerò a capo,
ma lo stringo tra queste dita

che la memoria riscalda e cura.

© G.M. Schmitt

domenica 4 ottobre 2015

Ombre

Sono un uomo
dagli innumerevoli limiti,
tanti più ora
che la vita ne aggiunge ancora,
tanti più domani
che ne avrò incrostata l'anima.
Ma pur sempre un uomo,
anche quando l'aurora
imploderà nei miei ricordi
e le carezze evocheranno stanchezza
e riso e bellezza saranno solo
fastidiosi contrappunti
all'autunno della mente
e l'inverno un sogno
da non importunare.

Far niente o far male
spossano quanto
struggersi per il bene,
ma la luce cambia,
getta ombre diverse,
e nessuno sa che farsene
né dell'une
né dell'altre:

nessuno ha mai
vissuto prima
un'ombra.


© G.M. Schmitt

sabato 15 agosto 2015

Costruzione

Inutile montare ancora impalcature,
vane le pause per recuperare le forze:
si deve già smontare tutto
prima d'essere arrivati a tetto,
prima d'intravedere qualcosa
dell'edificio che sarebbe stato.
Non c'è nemmeno chi mi debba qualcosa,
era solo per diletto e amore del bello,
in vista di ciò che avrei ammirato.
Ma si smonta già,
giù i tubi Innocenti
e le tavole e gli attrezzi,
si torna a casa, quella di sempre.

Forse pensava
che volessi erigere una torre
come a Babele.
Come rido al pensiero,
quando tutto ciò che volevo
in alto
era una mansarda,
solo sfiorata dalla luce.


© G.M. Schmitt

venerdì 14 agosto 2015

Volevo ricordarmi di te

non già ch'io non ti ricordi
di continuo, a volte più spesso,
a volte ci sei.
Ma questa volta volevo
che mi seguisse il tuo sguardo
mentre ramingo vago tra le righe
e di tanto in tanto mi fermo
e alzo la testa
e aspiro il fumo
e magari anche
lascio la sedia
e percorro la stanza
con la musica che va
e i tuoi pensieri
sono macchie di luce
che non devo decifrare,
mi basta che sian tuoi.
Mi basta sapere che il tuo dono
non mi abbandona mai,
dovunque tu sia,
con chiunque tu sia
e qualunque gioia tu viva,
vivila forte:
io la ricordo così.

Ricordo che cercavamo insieme
il sole che scappava
e quando lo acchiappavamo
ce ne facevamo dono a vicenda.
Ecco.
Volevo soltanto ricordarmi di te
e del sole e regalartene
un altro po' del mio.
Ma tu dimmi
che la tua gioia c'è ancora
e che la vivi forte,
come forte fu il nostro attimo.


© G.M. Schmitt

giovedì 13 agosto 2015

Un generico abbandono

Un generico abbandono
dalla testa di un corteo
agli afrori di un'alcova.

© G.M. Schmitt


mercoledì 12 agosto 2015

Io e te sino all'ultimo

Purtroppo ti ho creduto
e ho consegnato alla devastazione
lunghi e preziosi anni.
Sia ben chiaro che non rimpiango
nulla dei momenti eccelsi,
sebbene col senno di adesso
n'avrei fatto volentieri a meno.
Ma men che meno ti rinfaccio
checchessia: sino all'ultimo
siamo stati sempre io e te.
Però un po' di stupore permane,
se non altro alle orecchie,
per il modo in cui hai chiuso la porta.

Certo ero abituato
alla tua carenza di chiarezza,
mi pareva solo importante
che definissi in qualche modo
tale cessazione di un'intesa,
comunque tu la intendessi

e che io speravo civile.

© G.M. Schmitt

martedì 11 agosto 2015

La tua stella

Non andartene
se non hai sonno,
fallo quando
la tua stella è caduta dal cielo
e non c'è più un prima né un dopo
ma nemmeno un nulla.
Quando scorgi la tua stella tentennare,
dimmelo,


sarò lì a esprimerlo anch'io.

© G.M. Schmitt

lunedì 10 agosto 2015

Costellazioni

Ti ammiro per aver voluto
seguire un corso
per riconoscere le costellazioni
mentre io se mi va bene scorgo
appena un grande carro
e se mi va più che bene
riconosco un piccolo orso.

Mi dici che nemmeno tu
sei poi riuscita
a sbrogliare la matassa
però non demordi
(e nemmeno io).

Ma il cielo stellato
ha estasiato entrambi
stanotte

senza ingannarci.

© G.M. Schmitt

domenica 9 agosto 2015

Sono nato in questa vita per venirti a cercare?

Sono nato in questa vita per venirti a cercare?
Non sarà che hai sbagliato stella,
ché la mia voleva soltanto spegnersi
paga di luce e calore e riflesso?

Ma ammesso che fossi proprio io, dimmi,
chi dovrei cercare? Perché non ti conosco
e di sforzi ne ho fatti, mi sono informato
e mi han detto tutto e il contrario di tutto
eppure da qualche parte ti ho visto, ti ho già visto.

Ma con te che cosa ci dovrei fare? Meditarti?
Esaltarti? Lodarti? Qualcuno lo dice,
altri dicono il contrario, ma io
non capisco né gli uni né quegli altri.

Qui vorrei almeno ricordare, ma c'è
un suono stridulo che me lo impedisce,
dolore e strazio non l'avevo quand'ero
stella e la mia luce è poca adesso
e quando cammino in mezzo agli altri
non riconosco che un barlume
dello splendore che emanavamo.

Facciamo una cosa? Non ti chiederò spiegazioni,
non più, né ti pregherò ancora,
ti ho già detto quel che volevo.
E non rimboccarmi le coperte,
non te l'ho chiesto,
per favore, no.

Splendi pure per me, lo vedo,
ma perché hai dovuto spegnerci?
No, scusa, hai ragione tu:
niente domande, qui si accetta tutto.

Ma mi lascerai sognare?
Includerò anche te, promesso.
Solo, veglia su di me mentre sogno.
La luce sei tu.


© G.M. Schmitt

sabato 8 agosto 2015

Un sogno che nessuno mi potrà rubare

di stringerti la mano
perché ti crei un pensiero,
ma senza farti male
e guardarti fisso negli occhi
e immaginare che sia attivo bluetooth
ma senza che tu mi dia del matto

di accostare i miei piedi a tuoi
e sentire il calore che passa
senza che per questo ci sia fuoco

di allontanarmi con te
dove ci son soltanto lupi,
tanti e in branchi,
senza che ci facciano paura


© G.M. Schmitt

venerdì 26 giugno 2015

Forse devi alzarti

Quando tutto è così cupo
e la luce stonerebbe
e le ferite non si rimarginano
e le piaghe son purulente

quando i pensieri marcano visita
e le voci sono otri distanti
e la mano che accarezza non lo sa fare
e il sollievo non lo vuoi perché poi sarà come prima

quando ricordi che il disegno era di morte
e quel cappio stilizzato a qualcuno era destinato
e per convincertene sali sulla sedia lentamente
e sei troppo in basso per arrivarci

forse devi alzarti
un po' di più
al di sopra di questa folla
che dell'uomo non sa nulla
e ha finito le cartucce
per decidere il destino.

© G.M. Schmitt


giovedì 25 giugno 2015

Ho solo un mandato

Chi ha spento il juke-box
ha poi dimenticato
di serrare il deserto.
È lì che vado dopo la danza.

E ho più musica adesso
di quella che mai
riuscirete a proibirmi.

Ho solo un mandato:
scoprire le tue orme

per ricreare la danza.

© G.M. Schmitt

mercoledì 24 giugno 2015

Il peso

M'è germogliato un fiore sul collo,
lì dove hai posato il fugace bacio;
non lo vede nessuno, nemmeno io,
ma il peso è enorme, il mio collo cede;
però è forse quel che ci voleva,
così la mia prospettiva è diversa,
un po' inclinato il capo,
una visione differente, già;

ecco, sei tu,

ma senza armi.

lunedì 22 giugno 2015

A S.Z.

Poi ti prenderei la mano
e ti parlerei
in schermaglie di dita,
gli occhi indaffarati nei pozzi,
gli uni in quelli dell'altro,
le bocche intente
a fucinar risa e colori

i piedi a danzare
una danza nuova.

© G.M. Schmitt

domenica 14 giugno 2015

Migrante senza traccia

Non sono che il corpo
sulla tela che hai dipinto,
d'un colore stinto,
non tenue,
un segno che si perde.

Paura, eh? D'ali rapaci e becco avido,
ma più che piume non trovi. E arruffate,
dalle sfumature sgraziate,
per nulla soffici e arrendevoli
nel groviglio che pizzica.

Da altezze spudorate
su onde chiassose,
tenuto sveglio dalla fame
ho teso la mano,
ma sono annegato.

Sono migrante,
sono Africa,
sono un luogo
che non lascia traccia
altra che pena e sangue
e desiderio
che la marea cancella.

Sono Sud,
sono terra pestata,
terra divorata,
terra depredata
da sciacalli e iene
e uomini
che m'han lasciato sfatto.
In balìa.

Non volevo arrivare primo,
volevo soltanto arrivare,
toccare con mano, stringere nel pugno
questa sabbia lontana.


E condividerla.

© G.M. Schmitt

venerdì 22 maggio 2015

Tous les prétendants

Tous tes prétendants
ont oublié
cette chose:
ou bien ils ne l'ont
jamais su:

il faut de l'amour
pour aimer
et on ne s'improvise pas

un miracle.

© G.M. Schmitt

giovedì 14 maggio 2015

Successo

Ho visto il successo
negli occhi della bimba
raggomitolata accanto al gatto
che stanco di giocare è ormai lì che dorme.
Lo stuzzica ancora un po',
poi si accontenta di osservarlo dormire,
lo sguardo appagato, la vita piena.

Domani accompagnerà la madre
in cerca della manna,

in cerca di altre quaglie.

© G.M. Schmitt

mercoledì 29 aprile 2015

Immenso

È un amore immenso
quello che pongo tra noi.
            Lo condividerai?
            Rinuncerai?
paura, coraggio razionalità, follia?

È un amore immenso
quello che pongo fra noi
oggi.
           Ogni sacrificio m'è nulla.
           Ogni aspettativa, gioia per il mio fare.
fede, speranza, amore,

follia.

© G.M. Schmitt

martedì 28 aprile 2015

Fuorché l'amore

I fiori dai colori più vividi,
i frutti dal gusto più intenso,
gli aromi dalla fragranza più soave...
questo puoi trovarlo.

E pagine di frasi sinuose,
parole che affondano nell’anima,
storie che donano mondi...
puoi trovare tutto questo.

E le gemme più preziose,
e la luce che disperde l'ombra,
e l’acqua che disseta per sempre...
puoi ancora trovarlo.

E volti dal sorriso autentico,
e mani che ti sorreggono,
e braccia tese per aiutarti...
di certo li troverai.

E un sonno di sogni che accarezzano,
e un fuoco gentile al quale scaldarti,
e cibo delicato che ti dia forza e gioia...
puoi trovarlo senza dubbio.

E una voce che ti rassicura,
uno sguardo che ti consola,
una carezza che ti fa sentire bene...
niente può impedirti di trovarlo.

E una giornata serena,
un ambiente accogliente,
tante presenze liete...
puoi trovare questo e altro ancora.

Ma ciò che mugghia nel mio cuore, Amore...

non lo trovi se lo cerchi,
non lo trovi se lo paghi,
non lo trovi se lo implori,
non lo trovi se lo chiedi,
non lo trovi se ti manca,
non lo trovi se lo vuoi.


C'è.

© G.M. Schmitt

lunedì 27 aprile 2015

Attraversa

Attraversa con me quel greto – ti va?
Raggiungiamo i bimbi che giocano,
uniamoci a loro.
Spandiamo la nostra acqua su di loro,
beiamoli di questa essenza!

Riportiamo il fiume al suo vigore –

ti va?

© G.M. Schmitt

Sto bene

Stavo bene sfiorando la tua vita
e la banalità aveva ancor meno ragion d'essere
di quanta ne abbia in un consesso di illuminati
e il tuo parco turpiloquio faceva solo risaltare
tutte quelle stelle che la tua penna disegnava,
la tua lingua colorava,
i tuoi occhi inseguivano,
il tuo corpo indossava
sul capo come alloro,
al collo come gemma,
ai fianchi come spada
e in punta delle dita
un vampo di ardimento.

Ma tutto questo sfioro ancora
finché la strada è ghiaia
che i nostri piedi rende forti
insieme e distanti.


Non vinti.

© G.M. Schmitt

domenica 26 aprile 2015

Oro

Ti saresti attesa la mia ricchezza?
Ti saresti attesa ch'io ti coprissi d'oro?

Perché d'oro ti avrei coperta
e d'oro non ti saresti saziata.

Ma d'eternità,
tu,
io,
i tuoi figli,
ci saremmo beati.


E d'amore sempre.

© G.M. Schmitt

sabato 25 aprile 2015

Spina

Non togliermi questa spina.
Questa spina mi è preziosa.
Io sogno dei suoi petali.

          E mi addormento grato.

© G.M. Schmitt

venerdì 24 aprile 2015

Non mi mancherai mai

Non mi mancherai mai,
         perché siamo avvinti
         e una svolta del capo

         mi porta dentro te.

© G.M. Schmitt

giovedì 23 aprile 2015

"Amore"

Se il torrente si prosciuga,
io sono acqua.

Se le mura crollano,
io sono malta.

Se il desiderio scema,

io sono.

© G.M. Schmitt

mercoledì 22 aprile 2015

Aria – Respiro – Acqua

Quando vagavamo nel deserto non ti mancava l'aria,
il tuo respiro era lieve
e l'acqua un miracolo.

Giunti alla nostra terra fosti inondata d'acqua
e il tuo respiro era lieve
e l'aria un miracolo.

Bussarono alla tua porta per chiederti di aiutarli
e il tuo respiro era lieve
e non sapesti dire no.

Costruirono una città intorno alle tue virtù
e al tuo respiro lieve
e all'acqua che ti fluiva intorno
e all'aria che le donava sapore.

Una città fu eretta
intorno al tuo

respiro lieve.

© G.M. Schmitt

martedì 21 aprile 2015

Lì lì

Ero lì lì per rinunciare,
l'ammetto.
Un tubetto di quelli giusti al fianco
             – ho un fratello infermiere!
E una coltre calda e confortevole.

Ho pensato, poi,
che la coltre calda e confortevole
sarebbe tornata utile anche domani.
             – e che tu, dormiente,
riposante, non meritassi questo.

La coltre, il pensiero e la rinuncia
mi tornano indietro adesso,
             – come un vomito.

A che punto sei della strada

verso il mio abbraccio?

© G.M. Schmitt

lunedì 20 aprile 2015

Al fiume

Giocavano con l'acqua
ed erano adorabili.

Osservavo il greto
e dicevo tra me e me:
Un passo e sarei lì”.

Ma i bimbi giocavano
ed erano gioia.

Il greto prendeva vita
con l'acqua di un secchiello.
Solo un misero ostacolo”, mi dicevo.

Ma i bimbi ridevano
e il loro gaudio era contagioso.

Vidi la mamma sullo sfondo,
bella più di qualsivoglia idea.
Passerò il fiume adesso”, mi imposi,

ma lo implorai ai bimbi.

© G.M. Schmitt