Si
vocifera che tu abbia scelto
di
rivolgerti a un estraneo
e
che da lui tu abbia accettato un dono.
Sono
soltanto voci, mi dico,
e
cerco di non darvi peso.
Capita
però ch'io mi agiti in mezzo alla notte
con
le lenzuola madide di sudore anche se è fresco
e
cerco un pensiero e quello che trovo sei tu.
Sono
soltanto sogni, mi dico,
e
cerco di non darvi peso.
Questa
sera però ho cercato di immaginare
che
parole abbia usato lo straniero
e
in quale dono sapeva celarsi il tuo incanto.
Non
son che vane supposizioni, mi dico,
e
cerco di non darvi peso.
Poi
però mi inondi di messaggi
e
sebbene ti sappia ubriaca ti do retta
e
ti consoli finché non ti addormenti.
Senti
soltanto il peso di una svolta, mi dico,
e
cerco di non darvi peso.
Poi
però anche io mi sveglio
ed
è il primo giorno in cui non me lo chiedo,
non
mi chiedo più chi sarà felice e chi no.
Sono
soltanto ricordi ancestrali, mi dico
– come
quando dormendo
si
ha la sensazione di cadere –,
e
cerco di non pensarci più.
©
G.M. Schmitt