Il
treno che percorre la città
raccoglie
e scarica anime,
una
qua,
una
là,
una
in più non sia giammai,
per
carità,
deraglierebbe,
non
si sa mai,
chissà?
C'è
un equilibrio da mantenere
e
poche frecce ha Cupido ormai
nel
suo turcasso.
Ma
tutto si ferma
e
i finestrini divengono occhi:
c'è
pioggia battente al di là
e
s'è creato un muro
davanti
al muso della locomotiva.
L'amore
disperato ha detto basta:
di
qui non si passa.
Cupido
è morto,
murato
vivo.
La
tua anima può tornare
a
mirare i fiori del parco
in
cui passeggio anch'io.
© G.M. Schmitt