venerdì 26 giugno 2015

Forse devi alzarti

Quando tutto è così cupo
e la luce stonerebbe
e le ferite non si rimarginano
e le piaghe son purulente

quando i pensieri marcano visita
e le voci sono otri distanti
e la mano che accarezza non lo sa fare
e il sollievo non lo vuoi perché poi sarà come prima

quando ricordi che il disegno era di morte
e quel cappio stilizzato a qualcuno era destinato
e per convincertene sali sulla sedia lentamente
e sei troppo in basso per arrivarci

forse devi alzarti
un po' di più
al di sopra di questa folla
che dell'uomo non sa nulla
e ha finito le cartucce
per decidere il destino.

© G.M. Schmitt


giovedì 25 giugno 2015

Ho solo un mandato

Chi ha spento il juke-box
ha poi dimenticato
di serrare il deserto.
È lì che vado dopo la danza.

E ho più musica adesso
di quella che mai
riuscirete a proibirmi.

Ho solo un mandato:
scoprire le tue orme

per ricreare la danza.

© G.M. Schmitt

mercoledì 24 giugno 2015

Il peso

M'è germogliato un fiore sul collo,
lì dove hai posato il fugace bacio;
non lo vede nessuno, nemmeno io,
ma il peso è enorme, il mio collo cede;
però è forse quel che ci voleva,
così la mia prospettiva è diversa,
un po' inclinato il capo,
una visione differente, già;

ecco, sei tu,

ma senza armi.

lunedì 22 giugno 2015

A S.Z.

Poi ti prenderei la mano
e ti parlerei
in schermaglie di dita,
gli occhi indaffarati nei pozzi,
gli uni in quelli dell'altro,
le bocche intente
a fucinar risa e colori

i piedi a danzare
una danza nuova.

© G.M. Schmitt

domenica 14 giugno 2015

Migrante senza traccia

Non sono che il corpo
sulla tela che hai dipinto,
d'un colore stinto,
non tenue,
un segno che si perde.

Paura, eh? D'ali rapaci e becco avido,
ma più che piume non trovi. E arruffate,
dalle sfumature sgraziate,
per nulla soffici e arrendevoli
nel groviglio che pizzica.

Da altezze spudorate
su onde chiassose,
tenuto sveglio dalla fame
ho teso la mano,
ma sono annegato.

Sono migrante,
sono Africa,
sono un luogo
che non lascia traccia
altra che pena e sangue
e desiderio
che la marea cancella.

Sono Sud,
sono terra pestata,
terra divorata,
terra depredata
da sciacalli e iene
e uomini
che m'han lasciato sfatto.
In balìa.

Non volevo arrivare primo,
volevo soltanto arrivare,
toccare con mano, stringere nel pugno
questa sabbia lontana.


E condividerla.

© G.M. Schmitt