domenica 14 giugno 2015

Migrante senza traccia

Non sono che il corpo
sulla tela che hai dipinto,
d'un colore stinto,
non tenue,
un segno che si perde.

Paura, eh? D'ali rapaci e becco avido,
ma più che piume non trovi. E arruffate,
dalle sfumature sgraziate,
per nulla soffici e arrendevoli
nel groviglio che pizzica.

Da altezze spudorate
su onde chiassose,
tenuto sveglio dalla fame
ho teso la mano,
ma sono annegato.

Sono migrante,
sono Africa,
sono un luogo
che non lascia traccia
altra che pena e sangue
e desiderio
che la marea cancella.

Sono Sud,
sono terra pestata,
terra divorata,
terra depredata
da sciacalli e iene
e uomini
che m'han lasciato sfatto.
In balìa.

Non volevo arrivare primo,
volevo soltanto arrivare,
toccare con mano, stringere nel pugno
questa sabbia lontana.


E condividerla.

© G.M. Schmitt

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