lunedì 27 aprile 2015

Sto bene

Stavo bene sfiorando la tua vita
e la banalità aveva ancor meno ragion d'essere
di quanta ne abbia in un consesso di illuminati
e il tuo parco turpiloquio faceva solo risaltare
tutte quelle stelle che la tua penna disegnava,
la tua lingua colorava,
i tuoi occhi inseguivano,
il tuo corpo indossava
sul capo come alloro,
al collo come gemma,
ai fianchi come spada
e in punta delle dita
un vampo di ardimento.

Ma tutto questo sfioro ancora
finché la strada è ghiaia
che i nostri piedi rende forti
insieme e distanti.


Non vinti.

© G.M. Schmitt

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