1.
Questa
potrebbe essere l'ultima,
ma
non ci giurerei.
La
tratterò, però, come se lo fosse.
Non
so a quanti funerali sono stato,
a
quanti matrimoni ho fatto da testimone
mentre
la vita ti scorreva
davanti,
accanto
e
dietro.
Chissà
se l'amore non è ipotecabile,
come
sostieni.
Quel
che io so è che sa essere vero
e
immenso e strepitoso.
L'ho
scoperto davvero con te.
L'ultima
pagina di un libro
mi
ha spesso aperto mondi,
realtà
e dimensioni
e
chiuso il libro
mi
sono sentito come
se
non chiudessi niente.
È
vero, suona strambo,
ma
è così che le magie
e
i miracoli quotidiani
accadono.
Per
ritrovarmi accanto a te
in
una Firenze da fidanzati
appena
svegliata, eppure
ben
conscia di noi.
L'impeto
fu celestiale,
ma
nemmeno quello ipotecabile;
infatti
tirasti fuori il fazzoletto
e
salutasti.
Nuovi
lidi speravi,
più
agiati e saldi
di
questa mia fede,
che
aborrivi nonostante
due
prove viventi
d'un
cosmo allegro e generoso.
Te
ne andasti colma di sicurezza
e
io,
io
mi disperai.
2.
Poi
ho voluto farti fuori.
Ho
caricato la colt, sei colpi.
Ho
cominciato da me.
Ho
tolto cinque proiettili.
Mi
son puntato l'arma alla tempia.
Niente.
Ti
ho maledetta
e
ci ho riprovato.
Niente.
Per
sette dannate volte
mi
sono imposto
la
dannata roulette russa.
Ma
niente.
Ti
ho maledetta ancora.
Ho
ricaricato
gli
altri cinque proiettili
e
ti ho sparato ancora
e
ancora
e
ancora,
ma
tu non morivi.
3.
Poi
ho sentito gli uccelli.
Ma
non eri tu in cielo
e
nemmeno io.
Troppo
complicati i conti
da
risolverli altrove.
Allora
li misi da parte.
Sentii
bussare alla porta,
deposi
la colt
e
accolsi.
Ridiventai
l'uomo che avevi smontato.
C'era
luce che entrava anche di notte
e
non mi lasciava dormire
e
c'era il terrore
che
riposava sui miei pensieri
chetandoli.
Non
c'eri tu, ma
la
vita m'era lieve.
4.
Brindammo
insieme
alla
nostra disunione,
quando
ancora credevi
qualcosa
di me.
Ci
ubriacammo quasi
e
ci baciammo quasi
quando
venisti timida
a
reclamare ciò che credevi tuo.
Respinsi
l'offerta, per correttezza,
ma
subito dopo
gli
uccelli smisero di cantare.
5.
Amore
immenso,
infinito,
la
gloria dell'uomo.
Gratitudine
eterna.
E
ricordi inassopibili.
La
gioia perenne
della
nostra esistenza.
Viaggiavamo
allegri,
forse
troppo,
noncuranti
della velocità,
sbadati
nelle curve,
ma
che felicità!
Tornasti
a stringermi la mano
mentre
guidavi.
Beltà
su beltà
assurta
a beltà ineffabile.
6.
La
morte del progetto,
l'agonia
dell'idea,
lo
schiumare di un amore
offeso,
vano, spento a forza, soffocato?
Riemergerà
dagli abissi
come
leviatano.
7.
Poi
mi sei calata in grembo ancora,
lieve,
ma
mi hai invaso l'anima
di
miele e stupore.
8.
Ma
quando hai voluto cambiare
ti
è bastato spingermi
piano
e son caduto.
Sto
ancora precipitando
e
sperando
di
imparare le ali
prima
dell'impatto
finale.
© G.M. Schmitt
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