martedì 24 marzo 2015

Incipit

Sono sceso sulla spiaggia,
accovacciandomi di fronte al mare
per giocare a pietra piatta
e far passare la giornata.

Questa volta, di sassi adatti,
ben pochi ne ho trovati,
in un tripudio di onde.

Mi sono rialzato sazio di onde,
gettate e risucchiate
davanti ai miei occhi stanchi,
e ho preso a passeggiare sulla rena.

Ho camminato avanti e indietro
tra un limite e l'altro
pensando vani pensieri
e carezzando efemere.

Poi uno sciabordio distante
e il mio sguardo di nuovo rapito
e l'immenso, inatteso mugghio
dell'ultima onda.
Alta, splendida e lucente.

Come un bimbo l'ho osservata
e non ho potuto impedirmi di desiderarla
e diventare uno con l'ultima onda
e con lei salire e salire e salire.

E quando l'ultima onda sale,
sale talmente in alto
che non è più abisso:
è cielo.

A nulla servono le nostre dighe
se ogni vita ha il suo Mar Rosso

e il suo giardino.

© G.M. Schmitt

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