Ti
devo tutto,
ma
tutto anche
ti
devo domandare.
Perché
nulla
sia
mai scontato
e
nulla diventi ovvio.
Non
ho mai perduto
nulla,
ma
ho sempre
pianto
perdite.
Ero
uno stupido,
ma
per fortuna
o
per condanna
non
lo sono più.
Grazie
di tutto.
Non
aver fretta, però:
ho
tanto ancora
da
domandarti.
Però
scelgo
ancora
un libro
e
alla cassa dico
che
è un regalo
e
poi a casa
mi
apro il mio regalo
religiosamente.
Hai
rifiutato viaggi
e
cinema e condivisione
perché
hai deciso
di
non crederci
prima
di accertarti
se
avresti potuto farlo.
La
mensa è allestita.
Vuoi
onorarmi?
Sarde
a beccafico.
Braciole
alla messinese.
Caponata
e parmigiana.
Vuoi?
Se
no tutto andrà sprecato.
Non
voglio altri alla mia mensa.
E
quel mio seme?
A
quanto pare non è vita.
Saprò
sprecarlo?
Saprò
sprecarla?
Saprò
spaccarla
l'ora,
fenderla
e
sminuzzarla.
E
in ogni frammento
cercherò
ancora
di
specchiarci insieme.
© G.M. Schmitt
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