Tengo
aperta la porta
al
cane che si lecca le ferite,
spalanco
anche la finestra,
entri
il vento ed entrino i gatti,
entrino
pure angeli e demoni.
Io
sarò sull'uscio a vegliare.
Entrino
gli spudorati,
si
misurino gli avvoltoi,
crescano
le ragnatele.
È
come un’aura
la
mia in dono
mentre
il cane
bontà
sua
si
lecca le ferite
ignaro
dello scorrere.
©
Mattia Schmitt
Nessun commento:
Posta un commento